Una fiscalità agevolata per la montagna
La misura è tra i provvedimenti proposti da Uncem nella discussione sul Ddl Montagna in discussione alla Camera.

Un regime di IVA agevolata per le opere connesse alla salvaguardia e alla manutenzione idrogeologica del territorio montano, un provvedimento che lasci o restituisca interamente ai Comuni montani l’intero gettito IMU pagato dai proprietari di immobili. Sono alcune delle proposte che l’Uncem ha presentato al Governo per integrare il Ddl sulla Montagna, già approvato al Senato e in discussione alla Camera. Due gli obiettivi principali: riversare sui territori interni le risorse necessarie al loro sviluppo, ma anche una riorganizzazione istituzionale dei comuni montani che – spiega Uncem – «lavorando di più e meglio insieme, in organizzazioni forti, durature, non volontarie. Senza “comuni insieme” non ci sono opportunità per la montagna». Il modello è quello delle Comunità Montane. Basta guardare alla “forza” delle Comunità montane lombarde per capire che una solida aggregazione è decisiva, importante, necessaria. La frammentazione, la debolezza dei piccoli (e anche dei grandi) Comuni rischia di indebolire la montagna.
Aumentare il fondo nazionale per la montagna
Le proposte che Uncem presenta alla Camera (dopo averle già proposte al Senato) mettono in luce le principali difficoltà della montagna oggi, a partire dal divario digitale e dalla mancanza di medici per garantire in questi territori «i livelli essenziali di prestazioni – spiega Uncem». Il Ministero ha avviato un tavolo specifico su questo, i livelli devono tener conto della peculiarità della montagna come area di sovracosti strutturali che devono essere garantiti per il diritto di cittadinanza. Il percorso fatto per gli asili nido, con 120 milioni di euro di investimenti da parte dello Stato, è un primo modello utile e replicabile di intervento.
I 200 milioni previsti dal Ddl a partire dal 2025, secondo l’analisi dell’ente, non bastano per portare a termine i progetti previsti dallo stesso disegno di legge, a partire dalle incentivazioni ai medici di base. Ma la discussione della legge è anche l’occasione per rilanciare il Fondo regionale per la montagna, oggi attivo solo in 5 regioni. La proposta è di istituire un pagamento per i servizi ecosistemici e ambientali della montagna, introducendo una quota della tariffa dell’acqua potabile da destinare ai territori per la prevenzione del dissesto idrogeologico e la tutela delle fonti idriche (La legge che imponeva al governo di applicare sistemi di incentivi per i servizi ecosistemici è del 2015).
Incentivare gli investimenti delle imprese
«Sul modello di Poste Italiane (a seguito della legge 158/2017), anche ANAS, Trenitalia ed RFI vengano spinte a nuove formule per investimenti e opere nei territori montani», è l’appello di Uncem che propone anche l’attivazione di un fondo, gestito da Cassa Depositi e Prestiti, per incentivare il rapporto tra pubblico e privato per creare servizi commerciali, centri multiservizio, «sul modello dei mille cafés che il governo francese ha finanziato negli ultimi due anni per contrastare abbandono e spopolamento».
Regime fiscale agevolato
Uncem chiede di introdurre il regime di IVA agevolata del 10% per le opere connesse alla manutenzione e alla salvaguardia idrogeologica del territorio montano, e un provvedimento che lasci o restituisca interamente ai Comuni montani l’intero gettito IMU. «Sulla fiscalità differenziata per la montagna occorre fare di più», sottolinea Uncem che richiede anche l’eliminazione dell’obbligo di utilizzo di notai per i rogiti notarili relativi ai terreni agricoli, prevedendo che tali atti di compravendita e successione di terreni (fino a 5.000 metri quadrati di superficie e fino a 1.000 di valore) siano effettuabili davanti a un Segretario comunale, pubblico ufficiale, senza oneri per il cittadino. «Così si eviterebbe quanto accade da almeno 60 anni: i rogiti non vengono effettuati perché spesso i costi a carico del cittadino superano di molto il valore stesso del terreno in oggetto del provvedimento».