Aumento delle temperature medie, diminuzione di precipitazioni e del tempo di copertura nevosa del suolo: sono tra le cause che hanno spinto le orchidee a “migrare” verso nuovi siti. Alcune sono salite di quota, altre si sono spostate, talvolta purtroppo si sono estinte.

Questo fenomeno è sotto la lente d’ingrandimento dei guardiaparco specializzati nella flora delle Alpi Marittime e del Mercantour, due aree protette transfrontaliere.

Tra le loro osservazioni, ad esempio, l’“orchidea gigante”, chiamata così perché può crescere fino a 80 cm. Questo fiore è tipico dell’ambiente della fascia dell’ulivo, ma nel 2028 per la prima volta è stata trovata nel territorio del Parco delle Alpi Marittime. Così come il Limodoro (Limodorum abortivum), orchidea spontanea, che fiorisce in una faggeta nel comune di Entracque, dove è presente con circa 300 esemplari. Il numero di piante non lascia indifferenti, ma ancor di più sorprende trovarla tra i faggi. Il Limodoro infatti, non solo è specie tipicamente mediterranea, ma per crescere predilige l’ombra e il profumo di resina del pino silvestre.

Le attività comuni di Alpi Marittime e Mercantour come quella del monitoraggio delle orchidee, ma che interessa tutti gli ambiti operativi delle due istituzioni, testimoniano un approccio su scala europea di conoscenza e conservazione della biodiversità. Pratica fondata su scambi professionali e instaurazione di legami di amicizia che creano l’humus per l’istituzione del Parco europeo Alpi Marittime Mercantour. Questo è uno degli obiettivi a lungo termine delle due aree protette riunite dal 2013 in un Gruppo europeo di cooperazione territoriale, strumento giuridico dell’UE per favorire la collaborazione transfrontaliera

di Francesca Corsini

Foto: guardiaparco impegnati nel monitoraggio delle orchidee, dal sito www.areeprotettealpimarittime.it