Il territorio dell’Unione dei Comuni delle Valli del Taro e del Ceno, che riunisce sette comuni appenninici sparsi nelle vallate dei fiumi Taro e Ceno, è ricco di risorse naturali, testimonianze culturali, prodotti DOP e IGP che hanno contribuito, nel corso dei decenni, all’affermazione della provincia di Parma come autentica culla del buon cibo, tanto da guadagnarsi l’appellativo di food valley italiana.

Negli ultimi anni, la realizzazione di un significativo numero di impianti di energia da fonti rinnovabili, ha favorito il percorso per la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili; parallelamente, molto è stato fatto per il presidio degli usi civici legati alle foreste e la gestione delle acque affidati, rispettivamente, al consorzio delle Comunalie Parmensi e a una multiutility a completo controllo pubblico.

«Quella che fa riferimento all’Unione dei Comuni del Taro e del Ceno si è trasformata negli ultimi anni in una vera e propria comunità di pratica per lo sviluppo locale sostenibile, cosicché non stupisce che essa abbia colto l’opportunità offerta dal bando PNRR per l’istituzione della Green Community». A parlare è Francesco Silvestri, Ricercatore del Dipartimento di Comunicazione ed Economia dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE), membro del Comitato Scientifico di Eco&Eco – Economia ed Ecologia Srl di Bologna, che si occupa di questioni legate a sviluppo sostenibile, economia circolare e green economy, anche con riferimento alle valli Taro e Ceno. «Il percorso delle Valli Taro e Ceno ha preso avvio nel 2018 – spiega Silvestri –, quando l’Unione e quattro dei suoi comuni sono rientrati tra gli enti attuatori della Strategia Nazionale per le Interne (SNAI). Questo ha portato, da un lato, amministratori, funzionari e cittadini del territorio a impossessarsi progressivamente delle tecniche di progettazione per lo sviluppo e, dall’altro, ad approcciarsi a bandi e opportunità regionali e nazionali senza alcun timore reverenziale né convinzioni di inadeguatezza».

Nell’ultimo biennio, infatti,  l’Unione e i comuni hanno intercettato numerosi finanziamenti per iniziative di sviluppo sostenibile, dai laboratori per l’Economia Circolare delle imprese ai processi partecipativi per la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili, dalla valorizzazione della rete locale di geositi alla ricerca interventi sui temi di crisi idrica e cambiamento climatico in Appennino, oltre a fondi PNRR per la gestione del rischio alluvione e idrogeologico, valorizzazione del territorio, efficienza energetica dei comuni, riqualificazione dell’edilizia scolastica, infrastrutture sociali e gestione delle fragilità. Inoltre, l’intero territorio è stato selezionato come beneficiario della Strategia Territoriale per le Aree Interne e Montane (STAMI), che assicura risorse comunitarie per la realizzazione di interventi di efficientamento energetico, valorizzazione sostenibile del territorio e benessere delle comunità. Francesco Mariani, Presidente dell’Unione Montana dei Comuni Valli Taro e Ceno, ripercorre il percorso culminato con la candidatura, vittoriosa, all’avviso ministeriale: «Nel nostro caso, la Green Community rappresenta la naturale evoluzione di una serie di iniziative volte a consentire al nostro patrimonio ambientale di essere valorizzato mediante un’attenzione sostanziale al tema della sostenibilità; Il nostro progetto Green Community nasce dalla volontà di cogliere la straordinaria opportunità di costruire insieme una serie di interventi coordinati, suddivisi nei nove ambiti previsti dall’avviso PNRR».
Un cammino non privo di ostacoli, superati grazie alla forza di volontà e la coesione delle Amministrazioni coinvolte: «Ciò che caratterizza la nostra Green Community è il coinvolgimento, attraverso specifici accordi di partenariato, di molti soggetti privati e pubblici: una serie di attori che operano sul territorio e che ci permettono di definire la Green Community il nostro progetto di Comunità. Sono stato sempre convinto – conclude Mariani – che il nostro contesto ambientale avesse le caratteristiche ideali per costruire una Green Community, ma che solo attraverso l’unione dei Comuni, questo avrebbe potuto realizzarsi, proprio per la funzione stessa dell’Unione: un luogo dove costruire e realizzare le opportunità».