Comuni montani: Uncem, preoccupati per tagli a investimenti
Manca mezzo miliardo per i piccoli comuni, il presidente di Uncem Piemonte Colombero: «Occorre individuare nuove risorse»
La spending review taglia i fondi ai piccoli comuni e ai paesi di montagna. Il grido d’allarme è unanime, raccoglie la voce di Uncem, Anci, dell’Associazione nazionale dei piccoli comuni. Il taglio complessivo previsto per gli enti locali è di 250 milioni quest’anno, prima tranche di 1 miliardo e 250 milioni fino al 2028, quasi la metà delle riduzioni alle risorse per gli investimenti peserà sui piccoli Comuni.
«Con una decisione paradossale e irragionevole il governo intende tagliare le risorse di parte corrente penalizzando fortemente i Comuni che hanno ricevuto i finanziamenti del Pnrr e sono impegnati nella realizzazione delle opere pubbliche – spiega all’Ansa il presidente dell’Anci Antonio Decaro – la cosa più grave è che il Mef vuole ripartire questo taglio colpendo i Comuni in misura direttamente proporzionale ai finanziamenti Pnrr che hanno ricevuto per gli investimenti. Col risultato che i tagli saranno più pesanti per chi avrà costruito più asili nido, avrà aperto più case-famiglia, avrà acquistato più autobus elettrici o avrà realizzato più parchi pubblici: tutti investimenti che naturalmente, per poter funzionare, richiederanno ai Comuni maggiore spesa corrente, per esempio per le manutenzioni e per l’assunzione degli educatori da impiegare negli asili nido».
Vengono cancellate le risorse per i Comuni con meno di 5mila abitanti (80mila euro due anni fa, già ridotti a 58mila nel 2024) e vengono meno anche le risorse date per i Comuni in base alla dimensione, partendo da 50mila euro all’anno per i più piccoli. Per i territori sotto i 5mila abitanti, la spending review significa un taglio delle risorse per mezzo miliardo di euro.
«Le riduzioni si uniscono ad accantonamenti obbligatori di somme di bilancio, con impatti non certo positivi per piccoli e grandi Comuni. Occorre individuare, a brevissimo, nuove risorse economiche per investimenti, che in montagna hanno dimensione di valle, sovracomunale, a vantaggio di molti. La mancanza di riforme vere per il sistema istituzionale ha indebolito i Comuni che sono sempre meno “Autonomie” della Repubblica, non avendo propria capacità impositiva fiscale e dovendo dipendere da trasferimenti (sempre meno) dal centro. Su un sistema fragile, i tagli di fondi per investimenti e di servizi rischiano di aumentare sperequazioni e disuguaglianze, complicando il lavoro dei sindaci nel dare risposte ai cittadini», scrive il presidente di Uncem Piemonte, Roberto Colombero, in una lettera inviata martedì ai parlamentari Piemontesi. Nella regione di Colombero sono almeno 500 i paesi su cui i tagli avranno un impatto importante, territori costretti a ridefinire interventi ed erogazione dei servizi, se mancheranno i fondi. L’appello dei sindaci è al Governo perché riveda la legge di bilancio.