Filiere produttive: il progetto Bosco olistico
Economicamente circolare, per nuovi prodotti. Perché il bosco è al centro di un modello innovativo di fare impresa. Scarica il nuovo numero di Comunità Montagna
«Bosco olistico non fa massaggi e non abbraccia alberi in foreste bio-sostenibili. Non ci serve. Con Formaira Iren e Agrindustria Tecco di Cuneo, il progetto finanziato dal Programma di Sviluppo rurale della Regione Piemonte dà nuovo valore alle filiere forestali e crea nuovi prodotti da cippato di legno e altri scarti». Così Marco Bussone, presidente Uncem, apre il suo editoriale del numero speciale di Comunità Montagna.
Il progetto Bosco olistico, durato due anni, punta a migliorare la sostenibilità, ridurre le emissioni, ottimizzare i consumi energetici e garantire la cooperazione tra produttori e trasformatori, con l’obiettivo di rafforzare la filiera forestale locale e creare un sistema replicabile in altre aree.
Quali sono i risultati attesi? In primis, l’obiettivo è quello di arrivare a una gestione sostenibile delle risorse forestali. Come? Attraverso una attività di pianificazione e gestione delle risorse forestali in modo programmato e ecologicamente sostenibile. Questo è possibile se si attiva – secondo obiettivo atteso – una filiera integrata locale, attraverso la creazione di una rete territoriale in grado di collegare vari operatori e imprese per sviluppare un sistema integrato di filiera; e parallelamente – terzo obiettivo atteso – un sistema di certificazione Pefc e BiomassaPlus, che assicurino tracciabilità, trasparenza e sicurezza della catena di custodia.
Il progetto Bosco olistico si è concretizzato nella progettazione di una macchina prototipo che sia in grado di trasformare il cippato in segatura utilizzando molta meno energia rispetto al passato e restituendo un prodotto di qualità. È importante abbandonare una logica lineare nell’uso delle risorse e abbracciarne una sistemica, olistica. «Noi guardiamo al bosco e alla lavorazione delle sue materie di scarto con una visione a 360 gradi. Anche a livello di prodotto si devono cercare alternative. Il cippato non va usato solo per produrre biomassa combustibile, quindi per produrre energia, ma anche per produrre farina di legno per l’automotive, per esempio, oppure come ingrediente per pasta lavamani, o ancora come materia prima per il settore del wood plastic composite (wpc)» racconta Giuseppe Tecco, titolare di Agrindustria Tecco S.r.l.
In questo numero speciale potrai scoprire tutti i dettagli relativi al progetto, alle filiere attivate e alle possibilità di sviluppo futuro.
Scarica qui sotto il pdf della rivista gratuitamente