Nasce Alpine Wood Nexus, lo slowfood dell’architettura
Un progetto nato dal basso per socializzare un'idea di architettura attenta al territorio, alle filiere e alla sostenibilità
Ufficializzato a Restructura, il collettivo è composto da otto studi di architettura piemontesi ed il risultato di un lavoro portato avanti con Uncem, Unioni Montane e Enti locali.
In Piemonte è nato un collettivo di architetti che ha scelto di mettere al centro le foreste, il legno e gli alberi. Non vuol dire soltanto progettare preferendo il legno tra i materiali, ma scegliere di farlo valorizzando le filiere locali e promuovendo la loro capacità di essere sul mercato. Si chiama Alpine Wood Nexus ed è un progetto creato dal basso, dalla collaborazione tra otto studi e dai rapporti, coltivati nel tempo, con la filiera delle foreste – dai forestali agli abbattitori, dalle segherie ai trasportatori, dalle maestranze alle committenze, dagli enti locali ai progettisti – all’opera nelle vallate del cuneese. “Il collettivo, composto da otto studi di architetti, che hanno base in Piemonte, ha la consapevolezza di appartenere a una nuova generazione di progettisti uniti dalla condivisione di valori e visioni centrate sul rapporto progetto-contesto, territorio e attori locali”, evidenziano Alice Lusso e Dario Castellino.
Di Alpine Wood Nexus fanno parte: lo studio Amun delle architette Barbara Martino e Enrica Paseri; l’architetto Dario Castellino, le architette Valeria Cottino e Luisella Dutto; lo studio Ellisse degli architetti Nadia Battaglio e Lorenzo Serra; lo studio Eretika dell’archittetta Nadia Frullo e l’ingegner Ivano Menso. Ancora: lo studio Officina82 degli architetti Lara Sappa e Fabio Revetria; lo studio Tecno Lusso Ingegneria e Architettura degli architetti Alice Lusso e dell’ingegner Emanuele Dutto.
Il progetto è stato presentato ufficialmente per la prima volta nell’ultima edizione di Restructura, a Torino, all’interno del convegno Legno e materiali naturali – il futuro più sostenibile dell’abitare.
È il risultato di un lavoro stimolante portato avanti con Uncem, con le Unioni Montane e gli Enti locali, collaborando per la stesura degli “accordi di foresta” – finanziati anche dal PNRR – e per lo sviluppo delle imprese locali, aumentandone la competitività e attuando così la strategia forestale regionale e la strategia forestale nazionale.
L’architettura diventa, quindi, il fil rouge di un dialogo iniziato da tempo, coltivando rapporti di filiera che partono dal materiale locale per arrivare alla posa, secondo il saper fare e il know-how dei progettisti e degli artigiani locali. Le filiere del territorio sono una ricchezza che fatica a imporsi in un settore dove il 70-80 per cento della materia prima viene ancora importata. Progetti come questo lavorano per invertire la tendenza, promuovendo la sostenibilità, intesa come valorizzazione delle risorse disponibili, connessione con il territorio e circolarità, ma anche come occasione di rilancio delle economie di territori a volte marginali che compongono le nostre aree interne. “Serve impegno e pianificazione – spiega ancora Lusso -. Per affrontare un cantiere con questi criteri, bisogna partire per tempo in modo da avere, quando serve, la disponibilità necessaria di legno locale. Ma questo lavoro è importante anche per incentivare le filiere locali ad affacciarsi sul mercato competitivo”.
Fare architettura di qualità, anche in ambito territoriale montano e regionale, pescando dalla biblioteca delle tecniche tradizionali e dei materiali a disposizione senza spreco di risorse è un concetto che, in prospettiva, offre potenzialità enormi, non solo per la filiera diretta del legno, ma anche per tutto l’indotto. L’uso del legno locale, insieme alla capacità progettuale degli studi che compongono il collettivo, infatti, alza il livello, creando prodotti di qualità che, già ora, diventano opportunità di richiamo per il turismo sul territorio. È un’economia che ne alimenta un’altra.
Alpine Wood Nexus agisce per un’architettura “slowood”, la filosofia che muove tutto il progetto, vale a dire la convinzione che non serve ordinare metri cubi di legno, importati dall’altra parte del mondo, ma è più utile e produttivo valorizzare i prodotti del territorio sviluppando un’eccellenza locale.