Come ripopolare le aree montane?
Tesi di laurea di Camilla Nicolini e Chiara Valci, selezionata dal Bando di Uncem per le “Migliori tesi di laurea sulla montagna, in memoria di Amministratori defunti negli ultimi anni”.
Tesi di laurea di Camilla Nicolini e Chiara Valci, selezionata dal Bando di Uncem per le “Migliori tesi di laurea sulla montagna, in memoria di Amministratori defunti negli ultimi anni”.
Un territorio montano marginale, oggetto di elevato interesse turistico e dal notevole valore paesaggistico, ma soggetto al processo di depopolamento che ha interessato le aree interne a partire dalla modernizzazione: l’ex villaggio idroelettrico di Morasco, piccola frazione della Val Formazza (VCO), abbandonata negli anni Trenta del Novecento per consentire la realizzazione del grande bacino artificiale di Morasco, che attualmente sommerge i resti del piccolo abitato. Il progetto di tesi si focalizza sulla sua riqualificazione.
Il villaggio idroelettrico, situato nei pressi della diga, è costituito da otto fabbricati dismessi, nati come baracche del cantiere della diga stessa, in avanzato stato di degrado; attraverso la riqualificazione di tali fabbricati, il progetto di tesi intende definire un processo di rigenerazione e sviluppo locale, basandosi su un quadro esigenziale concreto emerso durante le differenti fasi.
In un primo momento, si è proceduto a conoscere e interpretare il luogo, approfondendo sia la tematica legata al fenomeno dello spopolamento, che quella legata allo sviluppo idroelettrico, analizzandone gli impatti ambientali, sociali e demografici nella piccola realtà oggetto di studio, attraverso sopralluoghi in sito ed interviste ad attori locali. La seconda fase è rappresentata dall’analisi del quadro esigenziale emerso e dalla formulazione della risposta architettonica, che si concretizza nell’ultima fase, attraverso la definizione di un progetto architettonico a differenti scale, mirato a incentivare lo sviluppo locale della Val Formazza, promuovendo una nuova tipologia di fruizione turistica. Al fine di proporre una soluzione allo spopolamento della frazione di Morasco, il progetto entra nel merito di tematiche che, con la pandemia di Covid-19, hanno assunto rilevanza: la possibilità di creare opportunità di ripopolamento mediante strutture ricettive che supportino il lavoro in smart-working, favorendo la tendenza dei lavoratori di trasferirsi per lunghi periodi presso mete turistiche immerse nella natura.
La Tesi nasce, dunque, dall’obiettivo di trovare una possibile soluzione alla domanda: è possibile ripopolare le aree montane a partire dalla riqualificazione di aree abbandonate-sottoutilizzate?
Il lavoro si colloca all’interno del dibattito, sviluppando l’esempio concreto di una possibile strategia per arginare lo spopolamento delle aree montane. Partendo dallo studio del fenomeno dello spopolamento delle aree montane, degli spunti su possibili scenari di ripopolamento emersi in letteratura e delle più recenti esperienze in cui l’Architettura ha giocato un ruolo importante ai fini del ripopolamento, è stato possibile delineare la strategia proposta dalla Tesi per trovare una soluzione alla prima parte della domanda; nello specifico, lo studio ha permesso di individuare il tema del turismo di medio-lungo periodo come possibile motore per il ripopolamento, sfruttando la recente tendenza dei lavoratori a trascorrere lunghi periodi presso mete isolate ed immerse nella natura.
Moras-Co Experience vuole essere un’esperienza, sia nel significato più ampio di buona pratica architettonica e sociale, sia nella sua natura intrinseca di complesso turistico nato per soddisfare diverse esigenze. Il progetto propone una successione di spazi adibiti ad accogliere il turismo e allo stesso tempo a supportare l’esperienza turistica a 360 gradi. L’importanza delle connessioni, delle aree comuni, dello spazio aperto e delle attività ricreative è centrale, in quanto terreno fertile per la nascita di relazioni tra gli utenti e per garantire l’unicità di un’esperienza volta a soddisfare tutte le esigenze.
Il tema del lavoro a distanza come strumento di ripopolamento grazie all’agevolazione del turismo di lunga durata e la progettazione di spazi adeguati che lo supportino non rappresenta un progetto a sé stante, ma fa parte del Progetto Moras-Co Experience.
La Tesi propone una soluzione in cui diverse forme di turismo si integrano, al fine di garantire un afflusso turistico costante durante tutto l’anno, nel tentativo di evitare periodi di sotto-utilizzo. I diversi Poli che costituiscono il complesso si supportano l’un l’altro, permettendo così, oltre ad ampliare l’utenza ad un turismo di tipo tradizionale, di creare strutture e spazi di sostegno al Polo destinato al turismo di lunga durata, sperando di garantire in questo modo la sua possibile attivazione, e, con essa, la riattivazione di una zona caratterizzata da storia, cultura e tradizioni secolari, oltre che da un patrimonio naturalistico e paesaggistico non indifferente.