Baia Bianca: da discoteca a spazio umano
Uno spazio umano non deve produrre un senso di sicurezza e ordine, ma liberare le emozioni e far emergere i ricordi passati.
Levice, Prealpi cuneesi, anni ’80 e ’90. La discoteca all’aperto Baia Blanca ospita personaggi come Gerry Scotti, Ezio Greggio, Fiorello. Lunghe file di macchine portano giovani piemontesi e liguri verso il divertimento. Poi i riflettori si spengono e nel 2007 la struttura viene abbandonata, trasformandosi in un problema per le amministrazioni comunali: niente fondi né per la demolizione, né per il recupero. Con l’adesione del comune al piano di valorizzazione della Valle Bormida – coordinato dal comitato «Matrice» in collaborazione con l’associazione «Masca in Langa» di Monastero Bormida e il Parco culturale Alta Langa di Monesiglio – nel 2014 iniziano i lavori di ristrutturazione.
Protezione civile e residenti volontari tagliano l’erba, spalano la terra franata dalla collina, mettono in sicurezza il tetto e dipingono le pareti. È stato il collettivo di architetti «Orizzontale», con il gruppo francese «Collectif Etc», a ristrutturare l’ingresso, l’ex pista da ballo, il bar e il piano terra, trasformando Baia Blanca in una piazza “intima”, fatta di arredi ed installazioni modulari a servizio della cittadinanza. La struttura è oggi parzialmente agibile, pronta per ospitare i primi eventi in
qualità di centro culturale. Incontri come «Bormida: immaginario e futuro» e «Happy days», raduno di auto e Vespa d’epoca con musica degli anni ’50 e ’60. Ma soprattutto il workshop settimanale «Il Ricettario», un format ideato dal collettivo di architetti «A.titolo» di Torino per sperimentare metodi di trasformazione creativa degli spazi pubblici.
Questo “manuale pratico delle tecniche per un’architettura collettiva” parte dalla situazione conviviale per eccellenza: la tavola. Proiezioni, pasti, conversazioni e una serie di “esercizi di abitazione” in cui ospiti e residenti sperimentano insieme modi creativi di utilizzare gli spazi.
Di Elena Fassio