La resilienza del bosco. Storie di foreste che cambiano il pianeta
di Giorgio Vacchiano
Siamo abituati a pensare che le foreste siano statiche, che stiano lì, immobili, da sempre. Ma non è così. Semplicemente vivono, e cambiano, a un ritmo più lento del nostro. C’è, tuttavia, un momento in cui abbiamo la possibilità di apprezzarne il cambiamento, e, ironia della sorte, è proprio quando vi si abbatte una calamità o, come si dice in ecologia, un «disturbo». Che sia un incendio, un’alluvione, un’eruzione, ciò che segue non è l’estinzione totale. Al contrario. Disturbi di questo tipo sconvolgono un ecosistema, ma al tempo stesso aprono la strada a nuove specie animali e vegetali. Come le orchidee, ad esempio, che muoiono all’ombra fitta degli alberi, ma proliferano nei terreni aperti e assolati. O come le aquile, che battono le foreste disastrate perché, senza gli alberi, godono di maggiore visibilità sulle prede a terra. Ed è proprio questa capacità di adattamento, questa naturale resilienza, ad accumunare i boschi e le foreste che Vacchiano ha incontrato durante la sua attività di ricerca e i suoi viaggi, e che racconta in queste pagine. Una resilienza acquisita grazie a milioni di anni di lenta evoluzione, che però potrebbe non bastare di fronte alle pressioni e ai cambiamenti estremamente repentini a cui stiamo sottoponendo la nostra casa comune da un secolo a questa parte. E quindi? Vacchiano indica una strada. Dal parco nazionale di Yellowstone negli Stati Uniti alla foresta pluviale delle isole Haida Gwaii nell’Oceano Pacifico, fino alla piemontese Val Sessera, ogni bosco rivela storie di connessioni: tra alberi e alberi, tra alberi e animali, tra alberi e acqua, o aria, o fuoco. Tra alberi e uomini. E anche, tra uomini e uomini. Dimostrando quanto siamo immersi negli ecosistemi che ci danno la vita. Siamo in relazione con ogni loro elemento. Che ne siamo consapevoli o meno, noi siamo una loro causa e un loro effetto. Le storie che Vacchiano racconta parlano di piante, boschi, foreste, ma soprattutto di noi, di come sapremo immaginare il nostro futuro in relazione all’ambiente che ci circonda.
Giorgio Vacchiano
Nato a Torino nel 1980. Laureato in Scienze Forestali e Ambientali, ha ottenuto il Dottorato di ricerca in Scienze Agrarie, Forestali e Agroambientali. È ricercatore e docente in gestione e pianificazione forestale all’Università Statale di Milano.
Il suo obiettivo: capire come gli alberi e le foreste rispondono al climate change, come cambiano i benefici che forniscono all’umanità e come gestirli in modo sostenibile assicurando la loro conservazione, la loro resilienza e la loro capacità di contrastare la crisi climatica in corso.
Per farlo, utilizza modelli di simulazione al computer, in grado di prevedere lo sviluppo delle foreste e del loro funzionamento in seguito al riscaldamento globale, alla gestione del bosco, agli incendi boschivi e alle tempeste di vento. Per la sua ricerca è stato indicato dalla rivista Nature come uno degli 11 scienziati emergenti nel mondo nel 2018.