Assalto alle alpi
di Marco Albino Ferrari
Nel nostro prossimo futuro pende una minaccia sulle Alpi, se si continuerà ad attingere a vecchi stereotipi idealizzanti che riducono la montagna a luogo salvifico di pura “bellezza” o a parco divertimenti per il turista in fuga dalle città. Come immaginare il loro futuro prossimo? Da qualche decennio a questa parte la montagna è in continua evoluzione. Con il boom economico, i giovani alpigiani avevano creduto in una vita migliore in pianura, in fabbrica. Scendere aveva significato ripudiare l’antica «società della fatica» andando incontro al posto garantito. Così sulle Alpi, con la progressiva assenza umana, ha trionfato un inesorabile processo di rinaturalizzazione. Intere vallate, interi villaggi sono stati abbandonati. Si registra il raddoppio di superficie boscata dal dopoguerra, sono ritornati i grandi carnivori e, in massa, gli animali selvatici. E oggi? Il pericolo reale è che tutto rimanga come adesso, che si continui a immaginare lo stesso sviluppo turistico con nuovi impianti di sci, dimentichi del riscaldamento climatico. Che si continui a cementificare, costruire impianti di risalita, progettare grandi opere inutili e grandi eventi consumatori di suolo.
Marco Albino Ferrari
Giornalista, scrittore, sceneggiatore, divulgatore. Inizia a collaborare con riviste periodiche dai primi anni Novanta. Realizza reportage da paesi lontani che sono pubblicati su settimanali: Il Venerdì, Panorama, Diario della Settimana. Nel 2002, con l’Editoriale Domus, fonds la rivista Meridiani Montagne, destinata ad avere grande diffusione. Da metà degli anni Duemila inizia a scrivere per La Stampa opinioni, storie e racconti di viaggio a puntate. Ha diretto per il Corriere della Sera la collana “Storie di Montagna”. Dirige la collana “Stelle Alpine” dell’Editore Hoepli. È Direttore Editoriale e Responsabile Attività Culturali per il Club Alpino Italiano.