Da cinque anni, Carlo Budel è il custode della Marmolada. Gestore della Capanna Punta Penìa, il rifugio più alto delle Dolomiti, trascorre le sue estati a 3.343 metri d’altitudine, accogliendo chi cerca un riparo fisico e spirituale tra le montagne. Qui, sospeso tra terra e cielo, vive l’alternarsi della ferocia delle tempeste e della bellezza della natura incontaminata, immerso nel silenzio della neve che cade e nel fragore assordante del vento. 

Nel suo libro, dal forte sapore narrativo, Carlo racconta a cuore aperto le lezioni che la montagna gli ha insegnato nelle ultime stagioni: dai disastri causati dalla siccità alla magia dell’amicizia in alta quota, dalle storie di solidarietà ai momenti di solitudine, culminando nel drammatico racconto del 3 luglio 2022. In quel giorno fatale, durante il distacco del seracco della Marmolada, che portò alla morte di undici persone, Carlo si trovava nella sua capanna. Dalla Punta Penìa ha udito il boato assordante, ha visto le operazioni di ricerca e ha assistito al panico degli escursionisti intorno a lui. È rimasto nel suo rifugio per alcuni giorni, incapace di abbandonare la sua casa nonostante la disperazione. 

Questo racconto vivido e intenso esplora come la natura possa essere una compagna amorevole ma anche una nemica spietata, un luogo di cambiamento e la culla di una rinascita personale.

Carlo Budel: Nato a Feltre (Bl), è cresciuto tra il Trentino e il Bellunese. Vive a San Gregorio nelle Alpi, nella casa che fu dei nonni materni. Dopo il militare, ha lavorato in fabbrica per quasi vent’anni, finché un giorno ha deciso di cambiare vita: si è voltato verso la montagna e si è lanciato a capofitto in una nuova avventura, fino a diventare il gestore della Capanna Punta Penìa, sulla Marmolada.