I centri di ricerca realizzati in collaborazione con le università italiane e francesi
Intervista a Lorène Lombard, animatrice del Comitato Scientifico “Terres Monviso”.
Sono sei i centri di ricerca specializzati su progetti didattici, realizzati in collaborazione con le università italiane e francesi, messi in rete per sostenere una modalità di studio che risponda ai bisogni dei ricercatori e alle necessità delle realtà locali. Una rete valorizzata dall’attività del Comitato Scientifico, istituito nel marzo 2019 per affiancare i partner istituzionali, con l’obiettivo di creare un contesto di accoglienza per i ricercatori e costruire una connessione tra gli attori del territorio e la ricerca scientifica.
Il centro Alpstream di Ostana, comune ai piedi del Monviso, per lo studio dei fiumi alpini dove tecnici, ricercatori e docenti hanno la possibilità di studiare biodiversità, idrobiologia, ecologia acquatica e idraulica fluviale. Il centro per lo studio delle specie fitoalimurgiche a Demonte, dedicato all’approfondimento e alla riscoperta dei principi nutrizionali di piante selvatiche.
L’Arche des Cimes a Ristolas, un luogo polifunzionale che accoglie i ricercatori che studiano biodiversità, rischi naturali, salute e alimentazione e offre al pubblico un’esposizione interattiva sul patrimonio naturale e sulla relazione tra uomo e natura.
Attività didattiche e divulgative organizzate dal Centro Alpstream per sensibilizzare giovani studenti alla tutela e al rispetto dell’ambiente fluviale.
La piazzaforte di Mont-Dauphin, cittadella fortificata iscritta nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO, polo per studenti e ricercatori specializzati in architettura, storia, paesaggio, geografia e fotogrammetria. Il Polo d’accoglienza di Séolane a Barcelonnette, realizzato per favorire lo sviluppo del “turismo scientifico” o del soggiorno per le “scienze partecipative” per coloro che studiano sul campo geologia, geofisica, biodiversità, astronomia e astrofisica.
Il Polo del XX secolo di Savines-le-Lac, che racconta il ventesimo secolo attraverso il paesaggio, i suoi cambiamenti e l’intervento dell’uomo. Il polo ospita il CIAP, uno spazio museografico sul patrimonio architettonico del XX secolo del territorio di Serre-Ponçon Ubaye Durance.
Lorène Lombard racconta la posizione del Comitato Scientifico “Terres Monviso” di cui è animatrice, nell’ambito della rete del centro di ricerca.
Qual è stato il ruolo del Comitato Scientifico?
«La sua funzione è stata decisiva nella promozione del territorio come luogo di accoglienza ideale per le scienze. Tra il 2019 e il 2020 ha favorito lo sviluppo di legami tra ricercatori che lavorano sul territorio, puntando sul miglioramento della comunicazione attraverso la condivisione dei lavori in corso. Ha incoraggiato la creazione di ponti tra le attività portate avanti in quest’area e la condivisione dei risultati dei bandi e delle borse di ricerca promossi dai partner del progetto».
Perché è importante costruire un legame solido tra territorio e ricerca?
«La ricerca scientifica può essere un mezzo per sviluppare l’attività e l’attrattiva dei territori. Abbiamo visto che il territorio può soddisfare le aspettative dei ricercatori e che la ricerca scientifica può permettere agli attori locali di risolvere problemi specifici. Per stabilire una relazione duratura occorre però rafforzare la comunicazione tra rappresentanti locali, attori e scienziati, che non sempre parlano lo stesso linguaggio».
Quali sono gli obiettivi per il futuro?
«Le autorità europee che hanno finanziato il progetto hanno mostrato interesse per il Comitato Scientifico, innovativo per la sua dimensione multipartenariale. Per garantire la continuità delle attività occorre identificare un’azione concreta che permetta ai membri del comitato di lavorare per un obiettivo univoco. Occorre quindi riunire il Comitato coinvolgendo i responsabili dei sei centri di ricerca, mobilitare i rappresentanti locali e continuare a offrire contributi finanziari per la realizzazione di lavori di ricerca scientifica».
Di Silvia Napoleoni