Si celebra oggi il cinquantenario dell’acquisto del monastero benedettino da parte della Provincia.

Fondata nel 726 da Abbone, signore franco di Susa e Maurienne, che ne volle fare un presidio e controllo del valico del Moncenisio affidandola ai monaci benedettini, ai piedi del Monte Rocciamelone, l’Abbazia di Novalesa è circondata da uno straordinario anfiteatro naturale.

Oggi, lunedì 30 gennaio, si celebra il 50° anniversario dell’acquisizione dell’Abbazia da parte della Città metropolitana di Torino. Appuntamento alle ore 16 nella chiesa abbaziale alla presenza dell’arcivescovo di Torino Roberto Repole, che presiederà il rito dei Vespri. Saranno presenti gli ultimi tre presidenti in ordine di tempo della Provincia di Torino, Luigi Sergio Ricca, Mercedes Bresso ed Antonio Saitta, l’ex Assessore provinciale alla cultura, Valter Giuliano, che seguì l’allestimento del Museo archeologico, la Consulta degli ex consiglieri provinciali insieme agli attuali amministratori della Città metropolitana di Torino, a cominciare dal Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo.

L’abbazia di Novalesa, fondata nel 726 dal patrizio franco Abbone e dedicata ai Santi Pietro e Andrea, nell’XI secolo figurava tra le più importanti d’Europa. Venne acquistata ormai fatiscente dalla Provincia di Torino nel 1972 e l’anno dopo fu affidata nuovamente ai monaci: una piccola comunità benedettina proveniente da San Giorgio di Venezia vi si reinsediò nel mese di luglio del 1973. Da allora è tornata a rifiorire la vita di un tempo: le campane scandiscono di nuovo le ore di preghiera, di lavoro, di lectio divina, del servizio.

Da circa un anno tra le mura secolari del monastero dei Santi Pietro e Andrea di Novalesa si sta vivendo qualcosa di nuovo: monaci di diverse comunità (Novalesa, Rhêmes-Notre-Dame, En Calcat e qualche monaco di passaggio) assicurano non solo la custodia del monumento storico, ma anche una vita monastica in cui la comunione tra fratelli di diversa provenienza rappresenta una sfida.

 

A cura della redazione