In marcia per la pace
Il Comune di Testico ha aderito alla celebrazione del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Il Comune di Testico ha aderito alla celebrazione del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
In sintonia con un centinaio di altri comuni e l’invito prezioso di Anci Liguria rivolto a tutti gli Amministratori liguri, la Sindaca Lucia Moscato e la Consigliera Tiziana Prati erano ad Assisi a rappresentare il Paese.
Nella parte mattutina della manifestazione è stata portata l’attenzione sulle tante guerre in corso illuminando così alcune tessere del complesso mosaico geopolitico della “guerra mondiale a pezzi”, espressione che risuona in questi giorni drammaticamente dal Papa a Mattarella.
Le sconvolgenti e inaudite notizie da Israele e Palestina hanno sovrastato le violenze in Ucraina, in Sudan, in Iran e altri luoghi, confermando al centro ciò che è propriamente umano: il tema dei Diritti Umani fondamentali, diritti che non possono per nessuna ragione essere negati o limitati indipendentemente dalle molteplici variabili culturali, politiche, religiose o economiche che avversano le nostre relazioni sociali, emerge inevitabilmente.
Da qui l’urgenza sentita di partecipare al richiamo di temi dai quali dipende il nostro stesso essere persona umana.
Nel giorno del 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani li vediamo negati, aggrediti, offesi e colpiti al cuore compresi quelli specificamente riferiti alle donne in ogni parte del mondo, anche in Italia…
Dunque il corteo in marcia verso la pace animato dalla toccante presenza di tanti giovani consapevoli del proprio desiderio di pace, di scambio culturale, di crescita e convivenza. Marciavano anche, assieme e verso la stessa meta, cittadini israeliani e palestinesi, dai quali trapelava lo stesso dolore.
In questa giornata internazionale dei Diritti Umani e della Dichiarazione Universale che li illumina è ancora più doloroso constatare quanto siamo distanti dal loro riconoscimento a tutte le PERSONE e quanto lavoro ci sia ancora da fare nonostante siano passati 75 anni dalla sua promulgazione e nonostante sia stata sottoscritta da tanti Stati (spesso inadempienti).
Impossibile non sentire un nodo in gola, un pugno allo stomaco durante lo studio, le riflessioni e l’ascolto di numerosi missionari e testimonianze di reporter, associazioni nazionali e internazionali.
I contributi dei relatori ci hanno direttamente avvicinato alla fonte delle informazioni a nostra disposizione, offrendo una concreta immersione nella dinamica dei temi e degli eventi, un avvicinamento alla realtà che la lontananza e i tanti filtri o interpretazioni “condizionate” ci rendono più edulcorata, fino ad anestetizzarci e abituarci alla “sostanza” guerra e distruzione di vite.
Apporti fondamentali sono stati quelli di Francesca Albanese (giurista e docente, specializzata in diritto internazionale e diritti umani) attualmente relatrice speciale dell’ONU incaricata di riferire sullo stato dei diritti umani nei territori palestinesi occupati; di Marco Mascia (docente universitario Unesco con cattedra in Diritti Umani, democrazia e pace), quest’ultimo in particolare per aver descritto l’iter storico e politico della Dichiarazione, aver letto e spiegato i 30 articoli in essa contenuti e la situazione attuale in relazione ad essa con particolare riferimento al suo inadempimento anche da parte di Stati che l’hanno sottoscritta e l’analisi giuridica delle molteplici occasioni di decisioni dei Governi non conformi ad essa seppure formalmente approvata; di Flavio Lotti (coordinatore del comitato Assisi per la Pace, attivista pacifico a favore dei diritti umani nel mondo e coordinatore della manifestazione) e delle donne cooperanti tra loro tramite associazioni impegnate in difesa dei Diritti Umani e della Pace (Women for Peace per es.: donne appartenenti ad entrambi i popoli, quello israeliano e palestinese che cooperano per uno stesso obiettivo : costruire la pace e riconoscere diritti umani per tutti e un futuro possibile per entrambi i popoli).
Sempre il mattino sono intervenuti anche i rappresentanti di tutte le sigle sindacali nazionali CGIL, CISL, UIL che hanno tutte cofinanziato la manifestazione, come sottolineato dal coordinatore Lotti.
Dopo una brevissima pausa, giusto per un panino, ha preso avvio la marcia della Pace per stimolare tutti i governi coinvolti a fare di più, molto di più per salvare persone indifese, vittime dei conflitti e per dare applicazione a quanto dettato dalla Dichiarazione.
Note stonate: la presenza di bandiere dei sindacati che, a mio giudizio, non erano necessarie, bastavano quelle della Pace; anche la presenza di alcuni esponenti politici di sinistra che avrebbero dovuto, come tanti altri esponenti, e ancora dovrebbero fare meglio e di più in parlamento prima di ritrovarsi a condividere una manifestazione non confinata nel recinto della querelle politica, ma sono anch’essi cittadini con il personale diritto di presenziare …
Eravamo tanti in marcia per la Pace? Forse qualche migliaio al massimo: troppo pochi.
Il significato della marcia e del raduno ad Assisi? Stimolare i Governi a fare di più, molto di più e meglio per salvare vite innocenti e riportare al primo posto nelle loro agende la “visione umana”, il riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti i popoli e singoli individui nelle loro attività e scelte operative;
Riportare al centro del pensiero e attività quotidiane di tutti, ognuno nel suo ruolo sociale, la bussola dei Diritti Umani e ritrovare la giusta rotta. Non è semplice folklore…
Chiedere ai Governi di salvare vite umane afflitte in ogni territorio di guerra e di estendere i diritti umani a tutti i popoli, a tutte le persone, ci riguarda; è un dovere che dovrebbero sentire tutti, è espressione di umanità, la cifra del vero progresso.
Perché si diventi esempio da seguire e testimonianza da mostrare a tutti coloro che vivono assopiti il proprio quotidiano, o che assistono con indifferenza, o che non sanno più da dove cominciare a costruire la Pace: faccio appello a tutti gli organismi istituzionali, le associazioni, gli operatori, i costruttori o inventori di Pace e sentinelle dei diritti umani affinché si uniscano e cooperino di più per migliorare il messaggio, le motivazioni e i risultati delle piazze o delle marce : ricominciamo da un qualunque punto e continuiamo a pensare e fare insieme, chiedere insieme, “agire la Fratellanza insieme”, “agire il Bene insieme” oltre che singolarmente: abbiamo tutti troppo da perdere per non farlo!
La Sindaca, Lucia Moscato
Foto dal sito www.perlapace.it