Nuovi modelli di mobilità o i giovani andranno via
Roberto Colombero, presidente Uncem Piemonte, sul tema della mobilità delle valli alpine e appenniniche
Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, sul tema della mobilità delle valli alpine e appenniniche
Il Presidente Uncem indimenticato Lido Riba mi diceva sempre che cambiare non deve spaventarci. Nel cambiamento sta la modernità e l’innovazione per le valli, ci sta anche la stessa Politica capace di decidere. E lo diceva spesso quando parlavamo di trasporti, di mobilità. Ricordo in particolare un convegno, molto partecipato, a Cuneo nel 2018. C’erano Lido, Franco Revelli, Giorgio Ferraris, Giacomo Lombardo, Federico Borgna. Tanti Sindaci a ragionare sui “passaggi a nord-ovest” del Paese, che riguardano appunto Piemonte e Cuneese. Come riorganizzare mobilità e flussi – ci direbbe Aldo Bonomi, grande sociologo – lungo le vie strette delle valli, per dire come stiamo nelle “piattaforme” (sempre Bonomi) del presente e del domani. Merci e persone che hanno bisogno di una organizzazione semplice e innovativa. Quello che oggi non abbiamo di fatto.
La chiusura di troppe linee di treni, nelle valli piemontesi, negli ultimi dieci anni, ha reso tutto più complicato. La Pinerolo-Torre Pellice è in abbandono. Con la promessa prima di fare una pista ciclabile poi mettere pullman a idrogeno. Di fatto, il treno non c’è ed è gravissimo. Alcune linee sono in corso di riattivazione, ma che la Torino-Ceres, non arrivi nell’alta valle o sia sottoutilizzata senza un serio piano di marketing e adattamento alle esigenze delle comunità, non è accettabile. Così la Saluzzo-Savigliano. Abbiamo molte linee di pullman, che corrono lungo le valli, ma che non raggiungono i valloni laterali, le frazioni, i paesi. Sono soluzione non unica e non sufficiente. Ecco perché Uncem, con Regione ed Enti locali, lavora da tempo su nuovi modelli di mobilità. Tutto da rifare? Forse sì, ma alcuni segnali del cambiamento sono arrivati. Con il progetto Interreg Alcotra Clip E-Mobilité ad esempio la società 5T di Torino, in house di Regione e Comune, ha messo insieme territori, necessità degli utenti e dei turisti, e innestato una serie di auto per sperimentare “la chiamata”, la richiesta, l’uso condiviso dei mezzi da parte di un gruppo di residenti nello stesso pezzo di valle. È tutto da vedere se funzionerà, se darà numeri, se darà risposte. È però un pezzo dell’innovazione da cercare, in Piemonte come nelle Regioni alpine francesi, in Liguria, in Valle d’Aosta. Il fondo per il “trasporto pubblico locale” non può essere totalmente assorbito da Torino e Comuni limitrofi. Deve essere distribuito per cambiare la mobilità delle valli alpine e appenniniche. È una questione politica che non possiamo rinviare o derogare. Senza adeguata mobilità, i giovani vanno via. Senza auto proprie siamo certi non si possa vivere nei nostri paesi? Ed è giusto sia così? Dovremo ancora lavorarci. Abbiamo bisogno di dati e analisi, confronto con altri Paesi alpini. Nulla è immediato e servono approfondimenti e studi, anche per dire cosa sono i “passaggi a nord-ovest” di domani.
Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte
Foto in apertura di Gianni Ballor