Le giornate si accorciano, le temperature si abbassano, l’estate sta finendo, l’inverno è ancora lontano, ma la montagna continua a regalare emozioni forti, basta ascoltare. Così l’Ente Parchi Alpi Cozie dà vita a un’iniziativa che porta sul territorio turisti vicini e lontani: l’ascolto del bramito dei cervi. «Il bramito, il suono gutturale che riecheggia nei valloni al crepuscolo, è il vocalizzo dei maschi che nella stagione degli amori, tra settembre e ottobre, danno voce alla propria forza, per scoraggiare i rivali, conquistare un harem di femmine e stabilire una gerarchia nell’accoppiamento» spiega Laura Matta, Guida dei Parchi Alpi Cozie che, insieme al collega Fabrizio Burzio, accompagna piccoli gruppi attraverso il Gran Bosco di Salbertrand, per ascoltare i cervi e possibilmente vedere qualche esemplare.

Ho partecipato a uno di questi tour e ho scoperto che l’esperienza di ricerca del suono non si esaurisce con la caccia alla “serenata”, ma grazie alla professionalità e alla passione degli accompagnatori, l’escursione diventa un momento capace di fondere abilmente cultura, natura, esercizio, riservando innumerevoli sorprese e svelando molte curiosità. Un modo anche per ricordare quanto la montagna sia viva e attraente in un periodo tipicamente di bassa stagione.

La passeggiata prende il via poco sopra Sauze d’Oulx con un racconto introduttivo al mondo dei cervi, durante il quale le nostre guide, Laura e Fabrizio, spiegano le caratteristiche dei palchi dei maestosi animali esibendone alcuni, consentendoci di toccarli e di poterne constatare il considerevole peso. Impariamo così che questa formazione ossea, esclusivamente maschile e a rapido accrescimento, è destinata a cadere ogni anno per riformarsi ancora più bella e imponente; che solo i maschi adulti hanno un palco complesso, mentre nei giovani non è ancora ramificato; che, diversamente, i corni sono permanenti, crescono per tutta la vita dell’animale e sono presenti sia nei maschi che nelle femmine.

Il cammino inizia poco prima delle quattro del pomeriggio, in leggera salita, su sentieri ben tracciati. In un pomeriggio un po’ nuvoloso, l’atmosfera grigia regala un fascino particolare al bosco e alla ricerca del misterioso suono. Strada facendo Laura e Fabrizio segnalano qualche impronta di cervo, ma anche i suoi escrementi e quelli di altri animali, come la “fatta” del lupo.

Raccontano di come i cambiamenti climatici stiano interferendo sulla fauna, che, ad esempio, nel suo ciclo di vita, non trova più la flora di cui avrebbe bisogno al momento giusto. «Ogni cambiamento inevitabilmente porta con sé una catena di conseguenze su più piani, in un divenire continuo dove solo le specie che sapranno adattarsi sopravviveranno» ci viene spiegato.

Partendo dalle caratteristiche del cervo, le narrazioni di Laura e Fabrizio spaziano sul regno animale. Ci riferiscono di come, mentre il cervo ha un harem con cui cerca di accoppiarsi per poi allontanarsi dalle femmine, l’orso (che non popola queste terre) punta a uccidere i cuccioli non suoi, affinché la femmina vada più velocemente in estro e possa fecondarla. Ci raccontano che gli stambecchi tendono ad accoppiarsi anche con le capre, alimentando un inquinamento genetico che minaccia la sopravvivenza della specie …

Nel frattempo è trascorsa più di un’ora, sono circa le 17 e la voce delle nostre guide comincia a diventare un sussurro, mentre cercano di intercettare il suono lontano del bramito.

Poi d’improvviso ecco che il canto dei maschi diventa forte e smanioso. La sua profondità echeggia nel bosco ed emoziona il gruppo che si fa silenzioso. Avanziamo con passo felpato.

Il desiderio di vedere un cervo cresce, ma sappiamo che non sempre si riesce nell’impresa. Laura però si accorge di un movimento insolito di fronde ed ecco che a poche decine di metri da noi possiamo ammirare un cervo intento a grattarsi contro un albero. Complice il rumore del vicino ruscello, non si accorge noi. Poi qualcosa lo mette in allerta: si guarda intorno e ci vede. Dopo un attimo, con un guizzo atletico e maestoso, si volta e scompare tra gli alberi.

 

Seguono altri avvistamenti, più da lontano, ma con il binocolo di Laura possiamo osservare ancora un maschio e quattro femmine. Poi cala il buio e non ci resta che completare il percorso per tornare da dove eravamo partiti, accompagnati dal canto dei cervi, in un’atmosfera magica e insolita.

«Questo straordinario fenomeno naturale attira un gran numero di amanti della natura. Ci sono persone che tornano ogni anno e anche per i bambini è un’esperienza unica» commenta Laura.

I cervi trovano il proprio habitat ideale nel parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, ma anche in quello dell’Orsiera Rocciavrè, dove l’Ente Parchi Alpi Cozie durante i mesi di settembre e ottobre propone molte escursioni con accompagnamento delle guide naturalistiche ufficiali e dei guardiaparchi per ascoltarne i potenti richiami. «La natura tutelata dei Parchi rende estremamente probabile l’ascolto del concerto di versi animaleschi e ricorrere a un accompagnatore esperto – raccomandano Laura e Fabrizio –   oltre a garantire maggiore sicurezza dei partecipanti, consente di evitare il disturbo della fauna in un momento particolarmente delicato della loro biologia».

di Francesca Corsini